Storie di guerra

Preludio (anni 284 e 290)

Erésia Alpha Rex

(Esistono mondi paralleli?)

Preludio


Anno 284.

Sono stanco...
Ho visto la morte in faccia troppe volte.

Troppi compagni mi hanno lasciato. Troppi amici non ho salvato.
È questa maledetta guerra: ti toglie ogni pensiero. Ti scava l'anima e te la riempie di marciume.

E poi la propaganda. Ma li sentite come strillano?
Noi qui... Noi là... Siamo i più forti... Vinceremo...
Ma qui non ci sono più vincitori ne vinti.

Non penso che qualcuno là, nelle soffici e riscaldate camere del Palazzo del Teocrate Maximo, sul bel pianeta verde, si ricordi perché si combatte. Perché é iniziata questa maledetta guerra. Chi sono i nemici e chi gli amici.

Se ripenso a quando mi sono arruolato... Che stupido bamboccio idealista che ero.
La testa piena di false verità ricamate dall'autorità massima del Paharihan, il braccio armato dell'E...

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"Maledetti Magmar!!
Era troppo vicino quel missile! Hanno tracciato la nostra posizione! Devo andarmene da qui! Tutti noi dobbiamo andarcene!"

"Questo pianeta sarà la nostra tomba!"

- MASTICATORI, SEGUITEMI! Ripieghiamo al quadrante 4! Punto di ritrovo Bravo-Zulu 67! -

- TUTTO CHIARO? IN MARCIA! VELOCI, SE CI TENETE ALLE CHIAPPE!! -

- Geostasico, voglio che mandi a tutti le coordinate del punto di ritrovo! Che sia chiaro a tutta la squadra che devono portarsi là il più in fretta possibile! CAPITO? -

- Signorsì, signore! -

"Recluta... Andrà bene se sopravvivrà sino alla base... Ma li mandano tutti a me quelli inesperti? Come pensano che possa fermare i Magmar con delle mammolette appena uscite dall'accademia?
Proprio qui su Tantus VI dovevano spedirci? Ma non sarebbe cambiato nulla su Norin Certi oppure sulla luna di Dres, quel maledetto pianeta gassoso...
Il fatto è che..."

- Signore! Ho qualcosa di anomalo sul radar. Non capisco. Non ho mai visto nulla di...-

- Lascia perdere, ragazzo. Vuoi una sigaretta? -

- No, sergente, non fumo. Ma che fa? Si toglie il casco? In zona di guerra? Il regolamento lo vieta! -

Il sergente gettò a terra il casco e lentamente, scrutando il cielo rossastro occupato dalle lune gemelle, si accese la sigaretta.

" Reclute. Ma perché devono mand..."

Un lampo biancastro.

Per un solo secondo silenzio.

Poi la testata del missile balistico Vendicator III detonò.


Anno 290.

Con l'avvicinarsi dello scontro i miei sensi si affinano ed il mondo attorno a me rallenta, consentendomi di giungere sul campo di battaglia e prendere la decisioni che permettono a me e alla mia squadra di emergere vittoriosi.

Un Magmar è già caduto sotto il colpo ben piazzato del sergente, ma altri nove ne spuntano dal sottobosco E scatenano una salva di fuoco verso di noi.

L'orecchio elettronico del casco filtra automaticamente gli altri rumori e, mentre i proiettili sono ancora in aria, capisco che i Magmar stanno usando pistole automatiche e volto la spalla verso i colpi in avvicinamento.

Tutti e tre rimbalzano innocui sulla corazza e, ora che ho scoperto la loro posizione, ricambio il fuoco; i miei colpi sono mirati e precisi e il calore della pistola al plasma è percepibile persino tramite il guanto corazzato che indosso. Gli dei dei Magmar devono tenere gli occhi fissi su di loro, perché solamente un nemico viene colpito e cade al suolo, in preda agli spasmi, prima di accasciarsi, quando il resto del corpo comprende che l'emisfero destro del cervello non è più al suo posto.

Giungono altri colpi dal sottobosco, ma stavolta sono continui e accurati. Un Magmar dai capelli bianchi e con indosso un pastrano sta guidando l'operazione e sembra sapere il fatto suo.

All'unisono, i membri della mia squadra avvertono l'improvviso mutamento dell'andamento della battaglia e cercano copertura.

Cinque di noi ci riescono. Corcan invece viene abbattuto: l'impatto del colpo di un fucile a pompa al ginocchio lo priva dell'equilibrio e, mentre solleva il capo per rispondere al fuoco, una raffica di fucile automatico ben piazzata gli si conficca nel visore dell'elmetto Mark V, facendo sgorgare fiotti di sangue dalle lenti infrante. Lascia la presa sul mitragliatore e la sua figura supina viene crivellata da altri colpi, vanamente. La runa d'identificazione passa da verde a rosso sul mio display, ad indicare che Corcan è morto.

Per una brevissima frazione di secondo tutte le attività cessano. Per i più è quasi impercettibile, ma per un sergente veterano dell'E.A.R. sembra un'eternità.

- Vendicatelo! -
Urlo, e la mia squadra riversa un bombardamento di fuoco prima di avanzare, mentre i Magmar si accucciano dietro la copertura, cambiando tattica dopo aver visto la risposta del nemico.

Avvertendo che la loro posizione stava per essere sopraffatta, la mossa successiva dell'avversario giunge completamente inaspettata.
Piuttosto che usare il fuoco di copertura e ritirarsi, fanno l'esatto opposto e caricano le figure in armatura potenziata in avvicinamento.

Il sergente ruota il cannone al plasma e invia un getto di energia al calor bianco nella direzione di quattro combattenti nemici, ma questi sono troppo veloci e il sergente colpisce solamente un'ampia fascia di sottobosco, che fuma e sfrigola quando il calore vetrifica la terra già carbonizzata.

I Magmar continuano la carica con mazze e coltelli alzati e il veterano Salan apre il fuoco con il fucile a ripetizione modificato Sentinel 12. Uno di essi va a terra, con il braccio sinistro staccato all'altezza della spalla ed il moncherino che sprizza denso sangue cremisi, ma ne rimangono altri tre, che accelerano verso il veterano e lo trascinano a terra, attaccandolo con le armi da mischia.

Salan ne afferra uno alla gola e lo soffoca, mentre questi cerca pateticamente di accoltellarlo. Il sergente disintegra il cranio di un altro con un colpo ben piazzato, ma il terzo Magmar riesce a conficcare la lama che strige in mano nella morbida fessura tra l'elmetto e la piastra pettorale di Salan.

Salan strige la testa tra le mani del Magmar, e raccogliendo le ultime energie, la ruota verso destra sino ad udire un rumore di rottura.

In un ultimo gesto di sfida il Magmar rigira la lama e una fontana di sangue schizza sul suo torso inerme.

Un'altra runa di identificazione diventa rossa.

Nel mezzo secolo ed oltre durante il quale ho servito l'Erésia come sergente ho perso solo quattro fratelli guerrieri al mio comando e, nel lasso di pochi secondi, ne ho visto cadere la metà.

Basta.

Estratto da 'Dark Vengeance: The Novel', di El J. Dunkan, comandante del settore VI Sistema Magnus

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